mercoledì 31 ottobre 2012

DINAMICHE A SPIRALE

Le Dinamiche a Spirale (Spiral Dynamics) sono una teoria sviluppata dallo psicologo e professore americano Clare W. Graves, in un percorso che si è sviluppato negli anni cinquanta, fino alla sua scomparsa nel 1986, per definire gli stadi di coscienza.


Il prof. Graves, cercò di capire se e come l’uomo si evolve nell’arco della sua storia e della sua vita.

La sua teoria si basa sul tentativo di descrivere l’evoluzione dei sistemi bio-socio-psicologici in una forma di spirale continua di sviluppo.


Il prof. Graves sosteneva: “lo sviluppo umano è un processo emergente ed oscillante, che subordina modi di pensare più vecchi e meno complessi a sistemi più complessi, nuovi ed espansivi. I vecchi però non scompaiono, sono ancora presenti e pronti a riattivarsi quando le condizioni di vita li rendano modalità più efficaci di risposta all’ambiente”.


Successivamente, questa teoria è stata resa nota al pubblico dai suoi allievi Don Beck e Christopher Cowan nel 1996.  Hanno sviluppato un modello che permette di comprendere e lavorare sulle dinamiche evolutive delle singole persone, dei gruppi e delle organizzazioni fino alle grandi dinamiche sociali e politiche.

Di fatto prende in considerazione due elementi: le condizioni di vita, o condizioni ambientali e le condizioni o capacità mentali in un determinato momento.
 
Il modello delle Dinamiche a Spirale si propone come uno strumento per analizzare le differenze dei modi di pensare di persone ed organizzazioni e per intervenire in modo più efficace a supporto della loro crescita, modello che si integra molto bene con la PNL (Programmazione Neuro-Lingiustica) e altre metodiche innovative.

E’ uscito The Spiral, il libro che, per la prima volta in Italia, spiega la teoria alla base delle Dinamiche a Spirale e ci accompagnerà a comprendere nuove sfumature e dimensioni della realtà e della natura umana.

Prefazione del libro.
Le Dinamiche a Spirale sono un rivoluzionario approccio psicologico basato sugli studi dell'americano Giare Graves e applicato da decenni in molte parti del mondo con risultati eccezionali. Un esempio su tutti: Nelson Mandela se n'è servito nell'impresa quasi impossibile dell'integrazione in Sudafrica.
A seconda del proprio stato di evoluzione psicologica ed emotiva, ogni persona (ma anche ogni gruppo, ogni comunità, addirittura ogni Paese) "orbita" intorno a uno dei livelli della Spirale - l'immagine con cui viene visualizzata la teoria - e a ciascun livello corrispondono convinzioni, priorità, esigenze diverse che motivano azioni e scelte.
Una volta individuato il livello più utilizzato, applicando questo approccio è possibile comprendere perché il nostro partner, capo, figlio, collega, amico si comporta in un determinato modo e prevedere ciò che farà, evitando così conflitti, incomprensioni, risentimento. Gli autori, i maggiori esperti di questa tecnica nel panorama internazionale e italiano, spiegano con chiarezza e moltissimi esempi pratici come utilizzarla in famiglia, nelle relazioni, nei team.
Una straordinaria possibilità di vedere la realtà con gli occhi dell'altro, di interpretare con lucidità gli eventi e quindi di instaurare relazioni più proficue, empatiche ed efficaci.











lunedì 29 ottobre 2012

LA PSICOGENEALOGIA

La psicogenealogia é un metodo, con approccio psicologico e psicoterapeutico, sviluppato negli anni 70 dalla psicanalista francese Anne Ancelin Schützenberger.

La psicogenealogia è anche denominata psicanalisi transgenerazionale, in quanto studia le influenze dell’albero genealogico sulla vita di una persona in particolare sui suoi sintomi e sulle difficoltà relazionali. Affronta i “legami affettivi invisibili” che ci uniscono ai nostri avi sospingendoci a fare della nostra vita l’incarnazione di un mito transgerazionale.

Secondo questo metodo, gli avvenimenti, i traumi, i segreti, i conflitti vissuti in modo drammatico, possono condizionare, per trasmissione transgenerazionale inconscia, i discendenti che possono diventare portatori di disturbi psicologici, malattie, comportamenti strani e inesplicabili.

Anna Ancelin, chiama psicogenealogia il lavoro con il geneosociogramma.

Il geneosociogramma è un albero genealogico commentato con la rappresentazione grafica dei legami familiari: é un disegno che schematizza le grandi tappe del ciclo di vita della famiglia. Disegnare e comprendere il proprio genosociogramma permette di capire la propria storia e quella della famiglia di origine, situandosi in una prospettiva transgenerazionale. Dagli avi non si ereditano solo le caratteristiche fisiche come il colore dei capelli o la struttura corporea, ma anche i segreti, i traumi e i conflitti psichici vissuti in modo drammatico.
Si tratta di una trasmissione generazionale inconscia che può essere portata alla luce tramite il lavoro con il genosociogramma.
Attori sulla scena della vita, interpretiamo ruoli che ci consentono di mantenere in vita le emozioni e i destini dei nostri avi, spinti da null’altro che da “obblighi d’amore” inconsci.

La psicogenealogia ci riporta a un sentire animista in cui gli avi sono gli spiriti che influenzano la nostra psiche, le reazioni e i comportamenti delle generazioni ad essi successive. Essi sono gli “enti”, le “entità” contenute negli eventi che ci accadono. Imparare a relazionarci con essi è fondamentale per conoscerci e divenire “maestri degli eventi”, ovvero padroni della nostra vita.

L'Eredità più Nascosta, libro di Van Eersel e Maillard, è un’opera che solleva nuovi interrogativi sulla malattia, proponendo soluzioni davvero impensate a patologie anche gravi. Il testo propone gli eccezionali studi effettuati negli ultimi decenni da parte dei principali autori che hanno divulgato la psicogenealogia, la scienza che studia gli stretti legami tra tante malattie, disturbi e i più importanti o gravi avvenimenti traumatici correlati a vicende interne alla famiglia di origine e al vissuto e storie degli antenati.

E dedicato a sette degli autori più importanti, che hanno lavorato e divulgato negli ultimi decenni alla riscoperta in Occidente della medicina psicobiologia. Secondo loro infatti in Oriente molte culture non hanno mai perso la consapevolezza dell'interrelazione con gli antenati.
Il teso è sotto forma di interviste a questi rappresen­tanti più significativi:
  • Alejandro Jodorowsky, teatrante arcinoto promotore della psicomagia.
  • Anne Ancelin Schützenberger, professoressa di psicologia all'Università di Nizza, ha parlato per prima di psicobiologia.
  • Bert Hellinger, ex missionario psicanalista, ha creato il metodo delle costellazioni familiari.
  • Didier Dumas, psicanalista sciamano taoista, autore di vari bestseller in tema.
  • Chantal Rialland, già presidente dell'Associazione degli psicoterapeuti in psicogenealogia che alterna lavoro individuale e di gruppo su come influenzare il proprio destino "scegliendo la propria famiglia".
  • Serge Tisseron, psicanalista e scrittore, che si è focalizzato sui cosiddetti "segreti di famiglia" e su come liberarsene.
  • Vincent de Gaulejac, professore di psicosociologia all'Università di Parigi VII, è riuscito a dimostrare che gli alberi genealogici si raggruppano in grandi famiglie con caratteristiche sociologiche ben definite.

Prefazione del libro.

L'idea che il nostro destino possa essere concretamente de­terminato dalla storia psicologica delle generazioni pre­cedenti è molto antica: lo attestano tutte le terapie arcaiche inventate dall'uomo.
Ad esempio, la medicina cinese e quel­la africana, a differenza di quella occidentale, considerano la malattia nel suo contesto familiare e genealogico.
Perché ho l'epatite? A causa di un virus o di alimenti avariati, rispon­de il medico occidentale.
Ma i guaritori cinesi o yoruba for­niscono spiegazioni rivolte a ristabilire l'ordine delle cose, o perché un demone ci vuole male (e quindi occorre offrigli in sacrifìcio un animale) o perché abbiamo turbato l'ordine co­smico occupando un posto che non è il nostro e dimentican­do di onorare i nostri antenati.
Il guaritore conosce una cosa che il medico ignora: la legge della genealogia e il rapporto con gli antenati determinano in ampia misura i legami, i di­ritti, i doveri e le identità che strutturano l'individuo all'inter­no della sua cultura e della sua storia personale. Il guaritore conosce, inoltre, le parole e i rituali per evocare la manifesta­zione, il fantasma (un antenato caduto in disgrazia o che ha disonorato la famiglia) che rappresenta il disordine inconscio che si trasmette di generazione in generazione.
Ma ecco che in Occidente emerge una nuova figura, lo psi­cogenealogista, un terapeuta che, senza dimenticare le scoper­te della modernità, soprattutto in relazione all'unicità dell'indi­viduo, riscopre i legami contestuali e transgenerazionali a cui la sua cultura era diventata sorda.
Che cosa fa questo terapeu­ta? Si focalizza anche lui sulla parte della nostra storia che non ci appartiene: «La tua bronchite cronica potrebbe derivare dal tuo bisnonno che ha inalato dei gas in trincea e l'ha tenuto na­scosto perché, al suo ritorno dalla guerra, tua nonna non ha più voluto...». O, esempio ancora più spettacolare: un uomo soffre di continue infezioni alla gola che hanno provocato un deterioramento della circolazione periferica. Nessuna cura ha mai funzionato finché un giorno, in terapia transgenealogica, scopre che un suo lontano antenato, nato nel suo stesso gior­no, è stato ghigliottinato durante la Rivoluzione Francese.
In seguito a questa scoperta, i problemi alla gola e i fastidiosi ef­fetti sulla circolazione scompaiono come per incanto.
Come può un evento del passato, positivo o negativo, perché igno­rato o sotto il peso di un "segreto di famiglia", avere tali conse­guenze varie generazioni dopo? Alcune persone cercano di liberarsi dalla famiglia con la fuga perché la sentono come un pericolo mortale, come se la storia della loro ascendenza fosse una minaccia di morte. Può darsi che il pericolo non sia pura fantasia, ma fuggire non serve a niente. Ovunque vi conduca la vostra fuga, la storia familiare vi segui­rà e vi ricondurrà continuamente al vostro passato spingendovi a ripetere sempre gli stessi scenari, benché non decisi da voi, per disinnescare i vostri ancoraggi transgenealogici negativi.
La ricostituzione dell'albero genealogico può iniziare in modo molto semplice. Come spiega un sito di psicogenea­logia: «In linea generale, per lavorare alla storia familiare non è necessario avere fatto delle ricerche ge­nealogiche. Ognuno porta ciò che sa. Anche le poche infor­mazioni raccolte possono essere sufficienti per identificare il presente e iniziare il lavoro. Poi, nella maggior parte dei casi, arriveranno altre informazioni spesso in modo inatteso e sor­prendente. La cosa importante è capire che, a partire dal mo­mento in cui si inizia un percorso psicogenealogico, si attiva una forma di memoria che attraverso le epoche e gli eventi può evocare un ricordo a cui la coscienza dà significato».
In un certo senso, lo psicogenealogista si affida meno alle conoscenze della psicopatologia occidentale e più all'efficacia "magica" di medicine più antiche...
Le lettere di Freud rivelano che non ignorava l'importanza degli antenati nella formazione di psicosomatismi individuali e collettivi: ognuno di noi non è determinato soltanto dal trian­golo papà-mamma-bambino, ma anche da una valanga di in­flussi che derivano dal suo intero albero genealogico. Lo sco­pritore dell'inconscio aveva intuito la trasmissione genealogica della nevrosi e conosceva ad esempio l'importanza dei nonni nella vita del bambino (in modo diretto o indiretto, positivo o negativo, per eccesso o per difetto). Aveva anche immaginato, alle origini dell'umanità, un'orda con un padre terribile i cui fi­gli si sarebbero accordati per ucciderlo, e tutti avremmo in noi il ricordo di questo parricidio originario. Attraverso questa fi­gurazione Freud suggeriva che, di generazione in generazione, questo legame non può essere cancellato. Ma Freud non spinse più in là la sua esplorazione del fe­nomeno transgenerazionale. Fu l'aspra e lunga lotta per di­fendere l'origine sessuale delle nevrosi a indurlo a trascura­re questa dimensione fondamentale dei meccanismi umani, cioè la lealtà inconscia dell'individuo al vissuto dei suoi ante­nati? È l'ipotesi odierna di alcuni psicoanalisti secondo i qua­li, non potendo "fare tutto", Freud avrebbe deciso conscia­mente di dedicarsi esclusivamente al triangolo edipico, la­sciando da parte il resto della linea familiare e pensando che altri, dopo di lui, si sarebbero incaricati delle indispensabili ricerche in questo campo. Ma sembra che, in realtà, la stessa genealogia di Freud e alcuni pesanti segreti di famiglia l'ab­biano inconsciamente distolto da una vera ricerca transgenealogica. Le conseguenze sono tristemente note. I discepoli fossilizzano sempre il pensiero dei maestri e, dopo Freud, il complesso edipico è diventato un dogma e gli antenati sono stati dimenticati e condannati all'ostracismo. Si è dovuto attendere quasi cento anni perché la loro crucia­le importanza venisse riconosciuta dagli psicoanalisti.
Agli inizi. del XXI secolo, questa comprensione diventa un vero e proprio movimento di pensiero e la psicogenealogia, o più genericamente l'approccio transgenealogico, sul tema: "Ovunque siete, portate con voi la vostra famiglia. Beneditela ma liberatevene!", emer­ge un po' ovunque all'interno di numerose pratiche e scuole, e oggi è un cantiere in piena attività.
Il motivo è semplicemente che, come sostiene Steve Lacy, creatore del sito Genealogy Gate­way to the Web, «in una società che sta perdendo i valori tradi­zionali e sconvolta dalla disintegrazione della cellula familiare, i geni cercando di riallacciarsi alle loro radici»? Il fenomeno è indubbiamente più profondo e corrisponde a un vero e proprio "ritorno degli antenati" nella cultura occidentale, ritorno che è una dimensione innegabilmente terapeutica.
Ormai, centinaia di psicoterapeuti riconoscono l'importanza dell'ascendenza e dei segreti di famiglia non detti, assieme ad altri "nodi" che le gene­razioni si trasmettono dall'una all'altra in un gioco di rimbalzi così sorprendenti (e di humor così nero!) che bisogna essere ar­tisti della scoperta per riuscire a stanarli.

 

Indice del libro

Prefazione
L'irresistibile sviluppo della psicogenealogia

Capitolo 1
L'impronta degli antenati: studi di psicogenealogia clinica
Intervista a Anne Ancelin Schutzenberger

Capitolo 2
La vostra famiglia è un albero magico dentro di voi
Intervista a Alejandro Jodorowsky

Capitolo 3
Le costellazioni familiari: il contatto da anima ad anima
Intervista a Bert Hellinger

Capitolo 4
Fantasmi e angeli nel paese degli antenati
Intervista a Didier Dumas

Capitolo 5
La vostra famiglia vive dentro di voi... ma potete sceglierla!
Intervista a Chantal Rialland

Capitolo 6
Liberarsi dai segreti di famiglia: una condizione preliminare a qualunque psicoterapia
Intervista a Serge Tisseron

Capitolo 7
Come la famiglia e gli antenati ci legano a una nevrosi di classe
Intervista a Vincent de Gaulejac














lunedì 8 ottobre 2012

LA BIOENERGETICA

La Bioenergetica è la tecnica elaborata dallo psicoterapeuta Alexander Lowen, paziente ed allievo del medico e psichiatra austriaco Wilhelm Reich.

Lowen è fondatore delle terapie centrate sul lavoro del copro e le associa a quelle della mente. Un punto fondamentale della bioenergetica è che il corpo e la mente funzionalmente sono identici: quello che succede nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa.
La sua tecnica viene utilizzata come disciplina, quindi con degli esercizi per intervenire sulle tensioni muscolari e sullo stress, in funzione di un proprio maggior benessere generale.

Wilhelm Reich a sua volta allievo di Sigmund Freud, è noto per la sua teoria sulla "Energia Orgonica" che può essere tradotta in “Energia Vitale”.

La presunta scoperta di Reich avvenne in seguito ai suoi studi in ambito psichiatrico e sessuale. Cercando di trovare una spiegazione per l'origine delle malattie psichiche, ritenne inizialmente che esse fossero dovute a fattori fisici; in seguito si convinse che esistesse una dualità materia/energia, che ritenne essere la base della vita, quindi che le malattie psichiche fossero una patologia di tipo energetico.

Orgone è il termine usato da Reich per definire questa forma di energia, che descrisse in alcuni esperimenti pubblicati alla fine degli anni trenta; ipotizzò una correlazione tra il fluire dell'energia nel corpo umano e l'orgasmo. Egli affermò che l'energia dell'orgone permeava tutto lo spazio, era di colore blu e che certe forme di malattia erano la conseguenza dell'impoverimento o del blocco dell'energia all'interno del corpo.

Reich rilevò l’identità funzionale tra i processi psichici e quelli somatici e scoprì la corazza caratteriale: essa consiste in tutti quegli atteggiamenti sviluppati dall’individuo per bloccare le proprie emozioni e i propri desideri. Le modalità difensive messe in atto per bloccare le emozioni e le sensazioni conflittuali tra cui angoscia, rabbia, eccitazione, ecc., sono costituite a livello fisico dalle rigidità corporee (la corazza muscolare) e a livello psicologico sono costituite dagli atteggiamenti caratteriali e dalla mancanza di contatto emozionale.

La bioenergetica è quindi “l’avventura della scoperta di se stessi”, una tecnica che si propone di aiutare l’individuo a riappropriarsi dell'equilibrio del proprio corpo, comprendendone la personalità in termini dei suoi processi energetici.

Questi processi di produzione di energia comprendono la sessualità, che ne è una delle funzioni fondamentali; ma comprendeno anche funzioni ancor più basilari come quelle di respirare, muoversi, sentire ed esprimere se stessi. Una persona che non respira a fondo riduce la vita del corpo. Allo stesso modo, se non si muove liberamente, se non sente pienamente e se reprime la propria auto-espressione, limita la vita del corpo.

La quantità di energia di cui si dispone e l’uso che se ne fa determinano il modo in cui si risponde alle situazioni della vita. Ovviamente, le si affronta con più efficacia se si dispone di più energia da tradurre liberamente nel movimento e nell’espressione.

Ogni tensione muscolare, sia essa cronica (parte cioè della nostra armatura caratteriale), oppure generata da uno stress temporaneo di qualsiasi genere e gravità è un "buco" nella nostra capacità di sentire il nostro corpo, quindi di percepire noi stessi.
Nella contrazione, infatti, rimane trattenuta l'energia dell'emozione "pericolosa" che ci siamo negati: di conseguenza, non solo non siamo più in grado di agirla (piangendo, urlando, ridendo, pestando i piedi) ma non siamo neppure più capaci di sentirla: non sappiamo se siamo tristi o arrabbiati, bisognosi di affetto o umiliati. Ogni tensione muscolare, quindi, è un vuoto nella nostra capacità di percepire noi stessi, un vuoto nel nostro senso di identità.

In questo modo Alexander Lowen, definisce nei suoi scritti l’orizzonte in cui fissa i criteri e gli scopi della bioenergetica  come disciplina che porta a stimolare e liberare la nostra forza vitale.


Su queste basi SALVATORE LEONE M.D.(T.M.); Ph.D, Maestro di Yoga della respirazione e Operatore Bioenergetico, dal 1998, crea il suo metodo di trattamento al corpo: la “RIEDUCAZIONE FUNZIONALE BIOENERGETICA”.

Dal 2007, giornalmente, si impegna affinché la bioenergetica venga riconosciuta a tutti gli effetti come professione sanitaria paramedica. Si propone come relatore e docente creando gruppi di lavoro in tutta Italia ed ovunque si richieda la sua presenza, entro i quali si studia la Rieducazione Funzionale Bioenergetica.

La sua formazione è stata caratterizzata dalla ricerca e dallo studio dell'essere umano sia da un punto di vista energetico-spirituale, che dal punto di vista fisico. In particolar modo gli studi condotti, gli hanno permesso di unire le tecniche della Medicina Alternativa creando un trattamento innovativo che permette di ripristinare le condizioni ottimali dell'apparato bioenergetico del corpo umano.
 
Del suo metodo Salvatore Leone dice:

Con “Rieducazione Funzionale Bioenergetica” (mio metodo di massaggio al corpo e concetto di vita) io parlo di bioenergetica intendendo il connubio tra corpo e Anima.
Bios: la mente che si muove attraverso emozioni, odori, sensazioni, l'apparato nervoso in genere per intenderci.
Energheja: l'Anima che si muove attraverso i Meridiani, i Chakras, i punti Marma, l'apparato energetico, entrambi impossibili da trattare per chiunque, comunque ci vuole disciplina, studio, dedizione ed Amore verso gli altri.

A grandi linee l'operatore presenta l'Anima alla mente spiegando loro che vivono nello stesso corpo e che sarebbe bene cominciassero a comunicare. Il risveglio spirituale spesso sembra un miracolo, ma è solo la scoperta di sè che porta a guarire ed in questo il terapeuta è fondamentale. Come vedremo la malattia è utile alla condizione umana, esiste e sempre assumerà svariate forme, è il giusto equilibrio tra la vita e la morte.

Sono creatore di un metodo digitopressioni, manovre manuali o decontratturanti eseguite sull'intero corpo con lo scopo di scaricare le tensioni nervose formatesi a causa di uno squilibrio energetico, di un trauma, di un continuo dolore alla schiena o alla colonna cervicale ad esempio. Si ottiene uno sblocco fisico, psicofisico od emozionale dell'apparato bioenergetico, il riallineamento dei meridiani e delle fasce muscolari nonché il rilassamento generale della persona.

All'interno della RIEDUCAZIONE FUNZIONALE BIOENERGETICA vi è racchiusa la conoscenza della pranoterapia, dello shiatsu e del massaggio Thai, i colori della cromoterapia, l'immediato benessere della digitopressione, il riallineamento fasciale, i meridiani della Medicina Tradizionale Cinese, i condotti supersottili della Medicina Ayurvedica, l'utilizzo della respirazione, la fermezza dello yoga, l'Hot Stone Massage e la forza della meditazione.
(Per informazioni vedi http://www.rieducazione-funzionale.com )

Oggi Salvatore Leone è autore del libroLa Bioenergetica - L'arte della vita e l'arte del massaggio”.

In quest'opera ci parla dell'Arte del massaggio e delle difficoltà che si incontrano in occidente quando si decide di intraprendere questo cammino.

I suoi studi sono volti all'eliminazione del dolore fisico e della sofferenza perlopiù grazie al Riallineamento dei Meridiani. Partendo dal pensiero di Wilhelm Reich, padre della Bioenergia, con gli anni Salvatore Leone lo ha sviluppato introducendovi il concetto di ANIMA.
Bioenergetica è intesa qui come connubio tra corpo e Anima.

ESTRATTO DA LIBRO - CAP. 8

IL MASSAGGIO

Massaggiare è sinonimo di sentire.
Spesso il Massaggiatore si trova a dover dire la parola fine.  S.L.

...Essere un Massaggiatore non vuol dire amare il proprio corpo o conoscerne ogni singola parte. Almeno non dall’inizio e questo concetto è utile per la comprensione di qualsiasi talento. Non è tutto scritto.
Ognuno di noi porta dentro di sè minimo un talento che varrebbe la pena fare uscire fuori da quel guscio, il corpo fisico, perfetto e imbarazzante allo stesso tempo.
Io prediligo la strada del Massaggio. Penso che l’Arte del Massaggio sarà una delle risorse di benessere e felicità future. In questo cammino non c’è la mente a fare da padrona. Tutto accade spontaneamente come la nostra venuta al mondo: non si sa chi siamo nè da dove veniamo, ma ogni giorno risvegliandoci salutiamo con Amore la Luce per abbandonarla e ritrovarla il mattino seguente. Ciò che importa è fare qualcosa nella vita. Il talento esiste e aspetta di essere scoperto.
É utile spazzare la strada, tenerla pulita, tirarla fuori dall’oblio. É a portata di mano, ma sfugge ai nostri occhi.
Scoperto il talento si avrà un intimo dialogo con lui. La prima sensazione sarà quella di non essere in grado. Ci si sentirà inferiori nei suoi confronti, ma facendo sì che tutto accada egli ci guiderà nella giusta direzione. Giorno dopo giorno, secondo dopo secondo, attimo dopo attimo la strada si aprirà davanti discernendo a quel punto destra o sinistra, sopra o sotto, avanti o indietro...

...Questo è quel che accade durante un massaggio. Non è la propria Energia che si sprigiona, bensì quella di chi sta sotto guida alla soluzione del problema. L’Energia dell’operatore si mescola con la persona trattata. Vi è uno scambio tra i due mentre le paure vengono lasciate dall’altra parte del fiume prima di partire:

"Il Massaggiatore traghetta gli uomini al di là del fiume.
Su questa sponda abita il disagio. C’è una grande incognita: occorre attraversare i flutti.
La paura di fermarsi in mezzo al fiume o di tornare indietro è molta.
Il Massaggiatore però e forte. Conosce il proprio cuore e quello degli uomini, il suo braccio sa dirigere la barca.
É calmo e sereno.
La sua esperienza gli permette di evitare i pericoli del fiume. La riva opposta, quella della pace interiore, aspetta i viandanti che,
dopo aver abbandonato il disagio, ricercano adesso il senso del viaggiare".
(anonimo)

Questo capita ad ogni terapeuta, sciamano o Maestro che sia e così dovrebbe essere per ogni disciplina. Il Massaggiatore educa il corpo a diventare Maestro di se stesso. Toglie ciò che non funziona più correttamente e lo restituisce purificato. Il corpo riceve un “reset”.
Le mani del Massaggiatore sono forti, sanno cosa fare perché il contatto fisico è vitale nell’essere umano: digitopressioni, manovre manuali o decontratturanti eseguite sull'intero corpo atte a scaricare le tensioni nervose che causano dolore.
Il rilassamento conseguente allo sblocco fisico o psicofisico dell’apparato emozionale dona risultati immediati. I muscoli del viso, il corpo e la mente si rilassano venendo a mancare qualcosa al quale si era dato troppa importanza.
Dalla nascita l’uomo fa parte dell’Universo, ne rappresenta l’intima unione impossibile da spezzare. Vi è un ciclo che tutti devono seguire: nascita, invecchiamento, malattia e morte. Respirare, mangiare, dormire, nessuno può sfuggire al corso della vita. Non è possibile sfuggire a se stessi.

 









(da qui è possibile acquistare il libro)