venerdì 20 maggio 2011

IL PERDONO


Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese,
il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese,
neppure il Padre vostro perdonerà le vostre.
Matteo 6:14-15

E’ impossibile perdonare gli altri, se prima non perdoniamo noi stessi.
Perdonare se stessi, significa accettarsi in tutti gli aspetti: spirituali, psicologici, fisici e sociali.

Il PERDONO nasce da un atto d’amore. Tanto più piccolo sarà l’amore iniziale, tanto più grande sarà il nostro dono. Svincola l’Anima e la rende di nuovo libera di crescere e di evolversi e da una sensazione di leggerezza e di pace ineguagliabile.







Tra i vari testi che ho letto sul perdono, questo è un sunto che voglio condividere.

La vita scorre attraverso dei canali ai vari organi, come un impianto idraulico.

Ogni organo ha la propria personalità e la propria energia, che si traduce anche nei vari modi di sentire (es. l’ira usando l’energia del cuore, il coraggio usando l’energia del fegato, la rabbia usando l’energia del fegato ecc…).

Se questo sentire diventa un’abitudine negativa, s’instaura un prelievo continuo di energia dall’organo e un suo conseguente indebolimento. Non sarà più efficiente come prima e sarà più vulnerabile verso gli agenti esterni, fino alla malattia.

Quando sentiamo, ci identifichiamo e diventiamo quel sentire.

L’identificazione è l’egoismo più grande, perché è la causa della sofferenza.

Bisogna abbandonare l’identificazione per cercare l’identità.

Ad esempio, quando ci identifichiamo con la rabbia, in quel momento “diventiamo la rabbia”, bruciando l’energia peculiare del nostro fegato, giacché essa appartiene a lui.

Invece di usare il pensiero (identità) ne siamo usati (identificazione).

Il PER-DONO è un “dono-per noi stessi”, può servire a sbloccare le abitudini dell’identificazione e far scorrere di nuovo nei vari organi quell’energia prelevata e dispersa, da cui dipendono la salute e la vita.

Una pratica per sbloccare l’energia è quella dei “per-doni”; sono pensieri-preghiere che si fanno leggendo, anche mentalmente, cinque frasi.

Queste cinque frasi si ultimano con le “parole” che ci hanno fatto sentire l’identificazione. Una volta individuate le parole, come per esempio rabbia, paura, dolore, gelosia, invidia ecc., si completano le frasi:

PERDONO TUTTI COLORO CHE MI HANNO CAUSATO DI SENTIRE ……………

PERMETTO A TUTTI DI PERDONARMI PERCHE’ SENTO ………….

PERDONO ME STESSO/A PERCHE’ SENTO ……………

PREGO DIO DI PERDONARMI PERCHE’ SENTO …………

ACCETTO E AMO ME STESSO/A ANCHE QUANDO SENTO ……………

E’ necessario che questa pratica, la compia l’interessato perché le “parole” sono personali, corrispondono al presente e ci si riconosce subito, o al passato ripensando alle circostanze e persone che ci hanno fatto sentire quelle “parole” per poterle perdonare.

Il dimenticare non significa perdonare!
Il logorio interno, continua a incatenarci e a lavorare contro la nostra salute. Quando alcune “parole” si ripetono nell’elenco dei perdoni, bisogna rinnovarli e “dare un volto” a quelle parole e perdonarlo.
Si possono fare perdoni, per gli altri per aiutarli, o per i defunti, o per gli avvenimenti.

In modo relativo, può sembrare che i perdoni, non siano soddisfacenti per le nostre attese, ma non sta a noi giudicare ciò che è giusto o non giusto, bene o non bene per noi.

Quando chiediamo, ci viene dato, ma non sappiamo come e quando.

Funziona, anche se non ci credi!



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