lunedì 29 ottobre 2012

LA PSICOGENEALOGIA

La psicogenealogia é un metodo, con approccio psicologico e psicoterapeutico, sviluppato negli anni 70 dalla psicanalista francese Anne Ancelin Schützenberger.

La psicogenealogia è anche denominata psicanalisi transgenerazionale, in quanto studia le influenze dell’albero genealogico sulla vita di una persona in particolare sui suoi sintomi e sulle difficoltà relazionali. Affronta i “legami affettivi invisibili” che ci uniscono ai nostri avi sospingendoci a fare della nostra vita l’incarnazione di un mito transgerazionale.

Secondo questo metodo, gli avvenimenti, i traumi, i segreti, i conflitti vissuti in modo drammatico, possono condizionare, per trasmissione transgenerazionale inconscia, i discendenti che possono diventare portatori di disturbi psicologici, malattie, comportamenti strani e inesplicabili.

Anna Ancelin, chiama psicogenealogia il lavoro con il geneosociogramma.

Il geneosociogramma è un albero genealogico commentato con la rappresentazione grafica dei legami familiari: é un disegno che schematizza le grandi tappe del ciclo di vita della famiglia. Disegnare e comprendere il proprio genosociogramma permette di capire la propria storia e quella della famiglia di origine, situandosi in una prospettiva transgenerazionale. Dagli avi non si ereditano solo le caratteristiche fisiche come il colore dei capelli o la struttura corporea, ma anche i segreti, i traumi e i conflitti psichici vissuti in modo drammatico.
Si tratta di una trasmissione generazionale inconscia che può essere portata alla luce tramite il lavoro con il genosociogramma.
Attori sulla scena della vita, interpretiamo ruoli che ci consentono di mantenere in vita le emozioni e i destini dei nostri avi, spinti da null’altro che da “obblighi d’amore” inconsci.

La psicogenealogia ci riporta a un sentire animista in cui gli avi sono gli spiriti che influenzano la nostra psiche, le reazioni e i comportamenti delle generazioni ad essi successive. Essi sono gli “enti”, le “entità” contenute negli eventi che ci accadono. Imparare a relazionarci con essi è fondamentale per conoscerci e divenire “maestri degli eventi”, ovvero padroni della nostra vita.

L'Eredità più Nascosta, libro di Van Eersel e Maillard, è un’opera che solleva nuovi interrogativi sulla malattia, proponendo soluzioni davvero impensate a patologie anche gravi. Il testo propone gli eccezionali studi effettuati negli ultimi decenni da parte dei principali autori che hanno divulgato la psicogenealogia, la scienza che studia gli stretti legami tra tante malattie, disturbi e i più importanti o gravi avvenimenti traumatici correlati a vicende interne alla famiglia di origine e al vissuto e storie degli antenati.

E dedicato a sette degli autori più importanti, che hanno lavorato e divulgato negli ultimi decenni alla riscoperta in Occidente della medicina psicobiologia. Secondo loro infatti in Oriente molte culture non hanno mai perso la consapevolezza dell'interrelazione con gli antenati.
Il teso è sotto forma di interviste a questi rappresen­tanti più significativi:
  • Alejandro Jodorowsky, teatrante arcinoto promotore della psicomagia.
  • Anne Ancelin Schützenberger, professoressa di psicologia all'Università di Nizza, ha parlato per prima di psicobiologia.
  • Bert Hellinger, ex missionario psicanalista, ha creato il metodo delle costellazioni familiari.
  • Didier Dumas, psicanalista sciamano taoista, autore di vari bestseller in tema.
  • Chantal Rialland, già presidente dell'Associazione degli psicoterapeuti in psicogenealogia che alterna lavoro individuale e di gruppo su come influenzare il proprio destino "scegliendo la propria famiglia".
  • Serge Tisseron, psicanalista e scrittore, che si è focalizzato sui cosiddetti "segreti di famiglia" e su come liberarsene.
  • Vincent de Gaulejac, professore di psicosociologia all'Università di Parigi VII, è riuscito a dimostrare che gli alberi genealogici si raggruppano in grandi famiglie con caratteristiche sociologiche ben definite.

Prefazione del libro.

L'idea che il nostro destino possa essere concretamente de­terminato dalla storia psicologica delle generazioni pre­cedenti è molto antica: lo attestano tutte le terapie arcaiche inventate dall'uomo.
Ad esempio, la medicina cinese e quel­la africana, a differenza di quella occidentale, considerano la malattia nel suo contesto familiare e genealogico.
Perché ho l'epatite? A causa di un virus o di alimenti avariati, rispon­de il medico occidentale.
Ma i guaritori cinesi o yoruba for­niscono spiegazioni rivolte a ristabilire l'ordine delle cose, o perché un demone ci vuole male (e quindi occorre offrigli in sacrifìcio un animale) o perché abbiamo turbato l'ordine co­smico occupando un posto che non è il nostro e dimentican­do di onorare i nostri antenati.
Il guaritore conosce una cosa che il medico ignora: la legge della genealogia e il rapporto con gli antenati determinano in ampia misura i legami, i di­ritti, i doveri e le identità che strutturano l'individuo all'inter­no della sua cultura e della sua storia personale. Il guaritore conosce, inoltre, le parole e i rituali per evocare la manifesta­zione, il fantasma (un antenato caduto in disgrazia o che ha disonorato la famiglia) che rappresenta il disordine inconscio che si trasmette di generazione in generazione.
Ma ecco che in Occidente emerge una nuova figura, lo psi­cogenealogista, un terapeuta che, senza dimenticare le scoper­te della modernità, soprattutto in relazione all'unicità dell'indi­viduo, riscopre i legami contestuali e transgenerazionali a cui la sua cultura era diventata sorda.
Che cosa fa questo terapeu­ta? Si focalizza anche lui sulla parte della nostra storia che non ci appartiene: «La tua bronchite cronica potrebbe derivare dal tuo bisnonno che ha inalato dei gas in trincea e l'ha tenuto na­scosto perché, al suo ritorno dalla guerra, tua nonna non ha più voluto...». O, esempio ancora più spettacolare: un uomo soffre di continue infezioni alla gola che hanno provocato un deterioramento della circolazione periferica. Nessuna cura ha mai funzionato finché un giorno, in terapia transgenealogica, scopre che un suo lontano antenato, nato nel suo stesso gior­no, è stato ghigliottinato durante la Rivoluzione Francese.
In seguito a questa scoperta, i problemi alla gola e i fastidiosi ef­fetti sulla circolazione scompaiono come per incanto.
Come può un evento del passato, positivo o negativo, perché igno­rato o sotto il peso di un "segreto di famiglia", avere tali conse­guenze varie generazioni dopo? Alcune persone cercano di liberarsi dalla famiglia con la fuga perché la sentono come un pericolo mortale, come se la storia della loro ascendenza fosse una minaccia di morte. Può darsi che il pericolo non sia pura fantasia, ma fuggire non serve a niente. Ovunque vi conduca la vostra fuga, la storia familiare vi segui­rà e vi ricondurrà continuamente al vostro passato spingendovi a ripetere sempre gli stessi scenari, benché non decisi da voi, per disinnescare i vostri ancoraggi transgenealogici negativi.
La ricostituzione dell'albero genealogico può iniziare in modo molto semplice. Come spiega un sito di psicogenea­logia: «In linea generale, per lavorare alla storia familiare non è necessario avere fatto delle ricerche ge­nealogiche. Ognuno porta ciò che sa. Anche le poche infor­mazioni raccolte possono essere sufficienti per identificare il presente e iniziare il lavoro. Poi, nella maggior parte dei casi, arriveranno altre informazioni spesso in modo inatteso e sor­prendente. La cosa importante è capire che, a partire dal mo­mento in cui si inizia un percorso psicogenealogico, si attiva una forma di memoria che attraverso le epoche e gli eventi può evocare un ricordo a cui la coscienza dà significato».
In un certo senso, lo psicogenealogista si affida meno alle conoscenze della psicopatologia occidentale e più all'efficacia "magica" di medicine più antiche...
Le lettere di Freud rivelano che non ignorava l'importanza degli antenati nella formazione di psicosomatismi individuali e collettivi: ognuno di noi non è determinato soltanto dal trian­golo papà-mamma-bambino, ma anche da una valanga di in­flussi che derivano dal suo intero albero genealogico. Lo sco­pritore dell'inconscio aveva intuito la trasmissione genealogica della nevrosi e conosceva ad esempio l'importanza dei nonni nella vita del bambino (in modo diretto o indiretto, positivo o negativo, per eccesso o per difetto). Aveva anche immaginato, alle origini dell'umanità, un'orda con un padre terribile i cui fi­gli si sarebbero accordati per ucciderlo, e tutti avremmo in noi il ricordo di questo parricidio originario. Attraverso questa fi­gurazione Freud suggeriva che, di generazione in generazione, questo legame non può essere cancellato. Ma Freud non spinse più in là la sua esplorazione del fe­nomeno transgenerazionale. Fu l'aspra e lunga lotta per di­fendere l'origine sessuale delle nevrosi a indurlo a trascura­re questa dimensione fondamentale dei meccanismi umani, cioè la lealtà inconscia dell'individuo al vissuto dei suoi ante­nati? È l'ipotesi odierna di alcuni psicoanalisti secondo i qua­li, non potendo "fare tutto", Freud avrebbe deciso conscia­mente di dedicarsi esclusivamente al triangolo edipico, la­sciando da parte il resto della linea familiare e pensando che altri, dopo di lui, si sarebbero incaricati delle indispensabili ricerche in questo campo. Ma sembra che, in realtà, la stessa genealogia di Freud e alcuni pesanti segreti di famiglia l'ab­biano inconsciamente distolto da una vera ricerca transgenealogica. Le conseguenze sono tristemente note. I discepoli fossilizzano sempre il pensiero dei maestri e, dopo Freud, il complesso edipico è diventato un dogma e gli antenati sono stati dimenticati e condannati all'ostracismo. Si è dovuto attendere quasi cento anni perché la loro crucia­le importanza venisse riconosciuta dagli psicoanalisti.
Agli inizi. del XXI secolo, questa comprensione diventa un vero e proprio movimento di pensiero e la psicogenealogia, o più genericamente l'approccio transgenealogico, sul tema: "Ovunque siete, portate con voi la vostra famiglia. Beneditela ma liberatevene!", emer­ge un po' ovunque all'interno di numerose pratiche e scuole, e oggi è un cantiere in piena attività.
Il motivo è semplicemente che, come sostiene Steve Lacy, creatore del sito Genealogy Gate­way to the Web, «in una società che sta perdendo i valori tradi­zionali e sconvolta dalla disintegrazione della cellula familiare, i geni cercando di riallacciarsi alle loro radici»? Il fenomeno è indubbiamente più profondo e corrisponde a un vero e proprio "ritorno degli antenati" nella cultura occidentale, ritorno che è una dimensione innegabilmente terapeutica.
Ormai, centinaia di psicoterapeuti riconoscono l'importanza dell'ascendenza e dei segreti di famiglia non detti, assieme ad altri "nodi" che le gene­razioni si trasmettono dall'una all'altra in un gioco di rimbalzi così sorprendenti (e di humor così nero!) che bisogna essere ar­tisti della scoperta per riuscire a stanarli.

 

Indice del libro

Prefazione
L'irresistibile sviluppo della psicogenealogia

Capitolo 1
L'impronta degli antenati: studi di psicogenealogia clinica
Intervista a Anne Ancelin Schutzenberger

Capitolo 2
La vostra famiglia è un albero magico dentro di voi
Intervista a Alejandro Jodorowsky

Capitolo 3
Le costellazioni familiari: il contatto da anima ad anima
Intervista a Bert Hellinger

Capitolo 4
Fantasmi e angeli nel paese degli antenati
Intervista a Didier Dumas

Capitolo 5
La vostra famiglia vive dentro di voi... ma potete sceglierla!
Intervista a Chantal Rialland

Capitolo 6
Liberarsi dai segreti di famiglia: una condizione preliminare a qualunque psicoterapia
Intervista a Serge Tisseron

Capitolo 7
Come la famiglia e gli antenati ci legano a una nevrosi di classe
Intervista a Vincent de Gaulejac














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